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  • 20 APRILE - 4 MAGGIO 2023

    Il pianto dell’aurora: bene-dire il congedo

Di tutto restano tre cose:
la certezza che stiamo sempre iniziando,
la certezza che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:

dell’interruzione, un nuovo cammino,
della caduta , un passo di danza,
della paura, una scala,
del sogno un ponte,
del bisogno, un incontro.
(F.Pessoa)

 

Questo è il momento dove c’è bisogno di silenzio, di poche parole, di intimità, quasi di una specie di ritirarsi dal troppo partecipare, dire, declamare: c’è bisogno che un velo d’ombra, una penombra appunto, abbracci i vissuti li scolori piano piano, li dissolva in modo che i ricordi rimangano in trasparenza, in un ombra trapuntata di luce, che precede nuove aurore.

E’ come attraversare la penombra questo passaggio: un tempo di attesa, di luce e di ombra. Meglio fermarsi sulla soglia con rispetto e devozione, tendere le mani a coppa con la voglia di conservare ogni parola e con la paura di perdere qualcosa. Un giorno iniziato che non sai dove ti porterà.

Momento di attesa che è carica di speranza, questo, come di sospensione, dove si intrecciano i ricordi con la nostalgia delle piccole cose. Nel buio scorrono le lacrime del dolore che creano uno spazio nuovo, uno squarcio di luce …come un fremito d’ali che preannuncia l’aurora. Uno spazio vuoto, dopo il silenzio, un respiro. Nel nuovo che viene c’è sempre qualcosa, o tanto, di prezioso.

Tanta vita e tanta nascita in questo seppur doloroso attraversamento.

Anche nella musica il silenzio ne fa materia prima. Il silenzio che precede la prima nota e il silenzio dopo l’ultima sono indispensabili affinchè la musica si riveli ed esista.

Una grande opportunità per entrare nel profondo di noi stessi, un cammino nuovo che nutre e riempie il nostro sé di tanta umanità e tenerezza.